Maturità... Il banco di prova
- Federica Lampugnani
- 20 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Sono impegnati i nostri ragazzi e le nostre ragazze in questi giorni agli esami di maturità. Un passaggio notevole, quasi un rito e un superamento della soglia. Il confine che segna l'ingresso in una maturità acquisita o inseguita o forse solo lambita.
Mi sfugge da sempre il senso delle prove secondo parametri di altri, tempi scanditi da altri e parzialmente solo consegnati nelle mani dei protagonisti.
Inoltre il contenuto è intrinsecamente materia di stampo cognitivo e d'intelletto. Qualcosa che è, parte sì, della cultura e patrimonio di sapere ma quanto si ancora al vivere e fare esperienza? Il mondo degli adulti sembra aprire i varchi a questi giovanissimi dando solo uno sguardo di nozione e capacità diremmo "dal collo in su".
Sono passati alcuni anni dalla mia "maturità" e vorrei provare a tratteggiare quello che ritengo, ora e forse già allora seppur nebulosamente, abilità e talenti che andrebbero allenati, valutati, educati. Soprattutto perché essenziali per vivere originalmente:
Capacità di esplorare il proprio mondo interiore
Riconoscimento delle proprie e altrui emozioni
Senso di responsabilità e correttezza secondo coerenza interna
Resilienza e capacità di trasformazione ad eventi imprevisti e impattanti della propria biografia personale
Disponibilità ad esporsi agli interrogativi di senso senza accontentarsi di circostanze superficiali e pre-costituite
Esperienze di solitudine e sofferenza che immettono, purtroppo, ad avvicinarsi al dolore
Originalità e divergenza di pensiero connesso mente -corpo- anima
Vulnerabilità come espressione del se' e non di costrutti imposti
Stare nella metamorfosi perché ciò che è indecifrabile è ancora in divenire
Forse un giorno a docenti, genitori, adulti si scioglierà il velo che copre di finzione la realtà univoca e si vedranno le sottili espressioni dei mondi di ciascuno.
E non basterà sapere questo o quello ma sarà altrettanto importante conoscersi per conoscere. Non cosa ma chi.
Dietro i banchi tornerebbero in molti, di una scuola non sarebbe necessario ma della propria esistenza forse potrebbe essere una grande opportunità. Per tutti
Federica

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