Non dipendiamo dalle parole degli altri, ma non siamo nemmeno soli
- Federica Lampugnani

- 23 ott
- Tempo di lettura: 2 min

Mi hanno sempre incuriosita i fondali marini, con quel loro fascino di un mondo nascosto e silenzioso. Sono dei paesaggi misteriosi, pieni di creature e semi di vita acquatica vegetale. Il fondo quasi nero e buio di mari e oceani inoltre, è sempre calmo nonostante quello che può succedere tra le onde lassù. Lì dove danzano i venti, si specchia il sole e si muovono uomini e rotte di tutto il mondo.
Che ci siano tempeste o la disperazione di naufragi, il fondo del mare è sempre calmo e posato nella sua sabbia e nella sua pace. Chi pratica yoga e meditazione conosce bene questo esempio che si cerca di replicare con la propria mente e il proprio corpo. Un difficile allenamento che richiede costanza, forza e impegno. Lasciare andare le onde della mente è una grande disciplina e mettersi nell'ascolto del corpo è altrettanto complesso.
Piccole pratiche continue permettono però di notare la differenza tra mente e corpo consapevoli o lasciati correre a briglie sciolte. Quella calma del fondale marino, in noi si radica molto bene nel continuo fluire del respiro. Una sorta di preghiera silenziosa che accompagna le giornate a pieno ritmo. Quando ci sediamo a terra e notiamo l'alternarsi di inspirazione ed espirazione ci ricordiamo, prima di tutto, che non è scontato essere vivi. In secondo luogo, dopo soli pochi minuti, ci sentiamo più presenti a noi stessi e ci accorgiamo di essere "quelli". Molto semplici ed essenziali senza tutte le maschere, i ruoli e le abitudini indossate quasi come abiti consumati.
Se dunque siamo in grado di esercitarci ad essere più armoniosi ed equilibrati, inizieranno ad essere meno importanti parole e giudizi altrui. O meglio, a non diventare il metro di paragone e riconoscimento del nostro valore. Se qualcuno non ci vede, noi non esistiamo. Se qualcuno non ci approva, non andiamo bene. E si potrebbe continuare all'infinito...
Quando si è bambini l'approvazione proviene dagli occhi dei nostri genitori. Una volta cresciuti e, in pace con noi stessi, possiamo imparare a vivere come quel fondale marino. E gli altri?
Senza relazioni, amicizie e affetti non saremmo nulla. Quello che dunque è davvero imperdibile è la bellezza dei rapporti sani che fanno crescere e che nutrono. A volte passando anche dalle incomprensioni, dalle differenze, dalla solitudine del non capirsi. Perché stare insieme è un viaggio che si compie, ciascuno al proprio passo ma sempre curiosi di avvicinarsi all'abisso di coloro che camminano accanto.
Federica



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