Con sincerità sulle donne da donna
- Federica Lampugnani

- 30 ott
- Tempo di lettura: 2 min

Se volessimo cercare di raccontare alcune delle difficoltà che incontriamo noi donne, dovremmo - prima di tutto - trovare la parola più adatta. Non tanto difficoltà ma sfide o scelte.
Per esempio, è una decisione importante investire ed orientare la propria vita verso la conoscenza e lo studio. È una direzione che porta a chiedersi se davvero del pensiero di una donna importa qualcosa. Soprattutto se essere donna, e donna di cultura, possa costituire un limite o un talento.
Colei che sa, appare da sempre come poco attraente e questo perché di noi donne incuriosisce prima il corpo. Poi il resto, se c'è tempo.
Se dunque le bambine hanno ancora l'opportunità di crescere supportate nell'apprendimento o ad appassionarsi di qualche ambito di studio, non è certamente la via per un percorso semplice. A meno che si trovi un compromesso e si mostri comunque la propria femminilità, molto spesso seduzione e pura apparenza. Allora, se la capacità è accompagnata anche dalla bellezza si può essere accettate e apprezzate.
Ma quella forma estetica è solamente un canone che deve piacere ad un pubblico prettamente maschile. Significa declinare il centro dell'abilità, nel consentire - purtroppo - che lo sguardo comunque cada anche su altro. Come dire, ti ascolto ma fai in modo che possa essere anche piacevole guardarti.
Questo falso rispetto verso le donne, immobilizza sempre la vera libertà di potersi sentire persone di dialogo e di confronto. E nemmeno donne che fanno qualcosa per dimostrazione o peggio per esposizione ad altri scopi e intenti.
Oggi le bambine ricevono più trucchi che libri. Senza nulla togliere alla possibilità di curare il proprio aspetto per il personale benessere e svincolato dalla necessità di sguardi avidi.
La scelta dunque tra forma ed essenza appare infinita e irrisolvibile. Non dovrebbe esserci un "aut aut" ma la possibilità di sperimentare una non dualità di espressioni che permettono alle donne il tutto senza esclusioni o condizionamenti di altri.
Certamente che la consapevolezza maschile stia crescendo appare, quantomeno, evidente e si notano maggiori richieste di aiuto per valorizzare empatia, intelligenza emotiva e relazionale. Per essere uomini, diremmo. Il fronte che richiede ancora una grande educazione è l'allenamento al rispetto e alla non governabilità del corpo femminile. Delle donne che sui social, no non è normale che siano come in vetrina. A pezzi, anonime. E che no, non a tutte interessa essere guardate ma forse ascoltate e interpellate come compagne di ricerca, sarebbe davvero una grande rivoluzione.
Quella che bambine e bambini hanno negli occhi e il diritto di poter sperare un giorno. Un domani.
Federica



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